A solo un anno dall'inizio del suo mandato come Presidente di Yamaha Motor Europe, Olivier Prévost discute le sfide di un mercato maturo, la pressione per l'innovazione e la risposta di Yamaha alle mutevoli aspettative dei motociclisti. In questa sincera intervista con Poky (1000PS), Prévost spiega perché la leggendaria R1 non è destinata a scomparire, come la tecnologia Y-AMT potrebbe ridefinire l'accessibilità, e come il feedback dei clienti—piuttosto che l'ego degli ingegneri—plasmerà il prossimo capitolo di Yamaha.

La R1 è morta? Assolutamente no! Il futuro delle moto Yamaha
Intervista con Olivier Prévost, capo di Yamaha Europa
Olivier Prévost, Presidente di Yamaha Motor Europe, discute con Poky di 1000PS sul futuro della R1, le nuove tecnologie e su come Yamaha equilibra l'orgoglio ingegneristico con le esigenze pratiche dei motociclisti.
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Poky
Pubblicato su 27/12/2025
Poky, 1000PS: Hai iniziato come Presidente di Yamaha Motor Europe nel 2024. Quali sono le tue principali priorità per rafforzare la posizione di Yamaha nel mercato europeo?
Olivier Prévost: Esatto, ho iniziato a gennaio 2024. Il mercato motociclistico europeo è maturo e non cresce. Molti nuovi attori stanno entrando, cercando di prendere una fetta di una torta di dimensioni fisse. Il mio obiettivo è proteggere la presenza di Yamaha attraverso quattro pilastri: la gamma di prodotti, la nostra quota di mercato, la nostra rete di concessionari — che dobbiamo mantenere forte come partner — e il marchio Yamaha stesso. Settanta anni di eredità ci danno l'esperienza e la credibilità per soddisfare i motociclisti europei.
Poky: Quindi è importante avere un modello di punta con cui le persone possano identificarsi. Si tratta di prestazioni, tecnologia o emozione?
Prévost: Un modello di punta può assumere molte forme—una moto supersportiva, una gran turismo o una macchina da avventura. L'importante è mettere in mostra l'innovazione di Yamaha. Molti nuovi produttori possono competere solo fino a 700 cc perché mancano della tecnologia. Yamaha ce l'ha, e dobbiamo dimostrarlo attraverso i modelli di punta.
Poky: Attualmente non è prevista una R1 omologata per la strada per il 2026. Tornerà?
Prévost: Non posso dare una risposta diretta, ma non ci arrendiamo. La R1 rappresenta una parte dell'identità di Yamaha e non la abbandoneremo.
Poky: I fan parlano di una Ténéré 900 basata sul motore CP3. È realistico?
Prévost: Ascoltiamo attentamente i nostri clienti. Molti fedeli piloti di Ténéré 700 vogliono fare un passo avanti e attualmente non offriamo quell'opzione. Stiamo trasmettendo questo feedback al Giappone. Non posso confermarlo, ma non possiamo ignorarlo. Non siamo qui per realizzare i sogni degli ingegneri—siamo qui per realizzare i sogni dei motociclisti.
Poky: La nuova Tracer 7 GT con Y-AMT mostra l'approccio di Yamaha al cambio semi-automatico. Si espanderà ulteriormente?
Prévost: Sì. La nostra visione è rendere Y-AMT una caratteristica di mercato di massa. Alcuni motociclisti preferiranno sempre la frizione—e va bene così—ma altri trovano le moto intimidatorie. Y-AMT rende la guida più facile e accessibile. Lo vogliamo in tutte le categorie e cilindrate. Nessuna limitazione.
Poky: Yamaha ha presentato i concept PROTO BEV e H₂ Buddy Porter. Quale percorso credi sia più adatto per l'Europa?
Prévost: È ancora incerto. Il mercato preferisce in gran parte i motori a combustione. L'elettrico ha senso per la mobilità urbana, ma la domanda di moto elettriche rimane bassa. Stiamo esplorando diversi percorsi—elettrico, combustione a idrogeno, ibrido—e stiamo persino utilizzando l'idrogeno nei motori marini. Non ci sarà una sola soluzione; le moto da tempo libero potrebbero usare idrogeno o carburanti alternativi, mentre i pendolari urbani passeranno all'elettrico.
Poky: Qual è la durata ottimale del ciclo dei modelli per Yamaha oggi?
Prévost: Dipende dal segmento. I modelli da competizione come YZ e TMAX vengono aggiornati circa ogni due anni. Per i modelli di massa, quattro anni sembrano giusti. Questo si allinea con i cicli normativi—Euro 7 e la prossima fase prevista intorno al 2029. Quindi sì, circa quattro anni sembra il ritmo giusto.
Poky: Yamaha ha confermato un nuovo motore V4 per la MotoGP 2026. Come influenzerà le moto da strada?
Prévost: Le corse servono a molteplici scopi—vincere, costruire l'immagine e sviluppare la tecnologia per la produzione. Dobbiamo prima dimostrare le prestazioni del V4 nelle gare. Una volta fatto questo, possiamo valutare come portarlo in produzione. È così che le corse alimentano la strada.
Poky: Se ci incontriamo di nuovo l'anno prossimo, quali moto o innovazioni definiranno il successo di Yamaha?
Prévost: Entro tre anni lanceremo più di dieci modelli completamente nuovi—non restyling o sostituzioni, ma aggiunte alla gamma. Quando ci incontreremo di nuovo, mi aspetto che molti di essi siano in mostra.
Poky: Grazie mille.
Prévost: Grazie.
La R1 è morta? Assolutamente no! Il futuro delle moto Yamaha immagini
Fonte: 1000PS
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